L’elogio dell’effimero lungo il Tevere: Kentridge, Triumphs & Laments!
Un fregio di 550 metri con 80 figure alte 10 metri, corre tra Ponte Mazzini e Ponte Sisto, nella ribattezzata Piazza Tevere, lungo i muraglioni omonimi.
William Kentridge, artista sudafricano, classe 1955, elogia la storia della città eterna con un’opera effimera, destinata a scomparire in 3-4 anni.
Dopo un lungo studio preparatorio con bozzetti a carboncino, Kentridge ha ricavato le 80 figure rimuovendo letteralmente lo “sporco” che negli anni si era accumulato (incrostazioni) lungo le bianche pareti in travertino dei muraglioni, realizzati nel XIX secolo da Raffaele Canevari.
Il fregio si dispiega secondo un ordine mitologico e non cronologico in cui ogni cittadino può riconoscere i “simboli” di Roma.
E’ così che si scorgono: la Lupa Capitolina con Romolo e Remo; la conquista di Gerusalemme da parte di Vespasiano con l’arrivo in città del tesoro trafugato (candelabra); la celebre scena della Dolce Vita con Anita Ekberg e Marcello Mastroianni presso Fontana di Trevi; la morte di Pier Paolo Pasolini avvenuta all’Idroscalo nel 1975.
Camminare lungo questi 550 metri vuol dire leggere – sfogliare un libro di storia che attraversa i secoli: dalla mitologica fondazione, agli episodi di cronaca contemporanei (Pasolini, Giorgiana Masi)!
In un solo monumentale colpo d’occhio, Kentridge espone al mondo trionfi e drammi che si rincorrono da quel lontano 21 Aprile del 753 a.C.
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