La Galleria Nazionale di Roma: un po’ troppo “nuova”
Dopo un lungo periodo di chiusura e riammodernamento, la vecchia GNAM (Galleria Nazionale d’ Arte Moderna) riapre le sale ai visitatori con una giovane direttrice – Cristiana Collu – ed un look estremamente “contemporaneo”.
Time is out of joint è la mostra che ha inaugurato questo nuovo capitolo.
Ben vengano i mutamenti in un paese spesso ancorato ai fasti del passato e complimenti a coloro che, scopiazzando dall’estero, decidono di introdurre una vena di marketing o business o relax museale, non ancora tipica della nostra cultura.
Tuttavia, se miglioriamo sotto alcuni aspetti, peggioriamo per quelli, sicuramente più importanti, inerenti la didattica e collegati alla vera fruizione culturale che dovrebbe in teoria spettare alla maggior parte dei cittadini.
La GNAM subisce con questo allestimento firmato Collu una vera damnatio memoriae a partire dal nome trasformato in “La Galleria Nazionale”…. Difficile da digerire anche per gli addetti al settore.
Si comincia ad avvertire una rivoluzione culturale che scuote, negli ultimi tempi, gli italiani convincendoli a comprare un biglietto museale senza accalcarsi nelle domeniche “gratuite”…
Ci si chiede, però, se dopo aver visitato per mera curiosità la nuova Galleria Nazionale di Roma, il visitatore sia disposto a pagare nuovamente per tornare una seconda volta.
Allo stato attuale, credo di No!
Carenza di pannelli esplicativi, depliants, cataloghi… o assenza di un semplice piano museale, rendono la Galleria un enorme e luminoso contenitore, privo di una cronologia o di una linea tematica capace di affascinare o attrarre coloro che decidono di trascorrere il proprio tempo a contatto con l’arte.
Si tratta di un allestimento “temporaneo” in funzione della mostra Time is out of joint …
Ai posteri l’ardua sentenza!
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