The Torlonia marbles. Collecting masterpieces
Italian Version below*
On October 14, 2020, the highly anticipated exhibition “I Marmi Torlonia, Collecting Masterpieces” inaugurated, thanks to a historic agreement between MIBACT and the Torlonia Foundation, in the new exhibition venue of the Capitoline Museums, in Villa Caffarelli.
The exhibition is curated by Salvatore Settis and Carlo Gasparri with an installation by David Chipperfield Architects Milan that is causing a lot of discussions.
The lighting is perfect, you may like the rest or not. The main sponsor of the 2020 event exhibition in Rome, after Raffaello at the Scuderie del Quirinale, is Bulgari.
I am getting used to a new life, hopefully momentary “covid-19”, with the utmost respect for the rules, which greatly limits art and its use.
The fixed quota is welcome (we hope to keep it in the future too !!!), a little less “times”.
Seeing an exhibition with “tot minutes available” in each room is a bit anxious and makes many beautiful moments of fruition fail. Especially for a person like me who goes around with a camera, notebook, smartphone.
The Torlonia Collection is the most recent of the great Roman collections of ancient sculpture. It has established itself since its birth for the quality of its pieces and has kept its fame unaltered and I would almost say its “mystery”, being practically not visible to the public.
The first nucleus of the collection dates back to the early 1800s, when the collection of the sculptor Bartolomeo Cavaceppi, the most famous restorer of ancient statuary of the 1700s, entered the Torlonia Heritage by public auction.
From here on, the collection has grown over time, with pieces coming from archaeological excavations owned by the family, from the inestimable nucleus of Vincenzo Giustianiani (collector, protector, patron of Caravaggio) and from the collections of Villa Albani.
The Torlonia Museum was located in a large building in via della Lungara and the sculptures were exhibited in 77 rooms.
The impressive catalog (also on display) dated 1884/1885, offers photographs of all 620 sculptures and was the first example of a catalog of ancient sculptures fully reproduced in phototype.
90 masterpieces among the 620 cataloged marbles will be exhibited until June 2021, for the first time.
The exhibition is divided into 5 sections in which the history of collecting ancient, Greek and Roman marbles is told.
The first room, which intends to evoke the Torlonia Museum, with a great visual impact hosts in plain sight, the only bronze of the collection, a Germanicus excavated in 1874 and promptly restored and integrated.
A series of imperial portraits (Vespasiano, Tito, Messalina, Commodus, just to name a few).
On the left side the male portrait called “Vecchio da Otricoli” dating back to 50 BC which alone is worth the price of the entire exhibition.
Impossible to summarize everything in this post, I hope to leave you with a lot of curiosity so that you can all visit this exhibition.
I was happy as a child on a school trip and for a change, I got lost in “looking”.
A magnificent cup with the Labors of Hercules, a I would say “talking” portrait of Augustus, the so-called Hestia Giustiniani, the kneeling warrior restored according to a scheme depicted in a drawing by Raphael.
The Goat whose head was added by Gian Lorenzo Bernini … and in closing a Hercules recomposed from 112 ancient fragments, reworked or modern, which leads us to reflect on the intense work of restoration.
InfoSite: Torlonia Marbles
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Il 14 Ottobre 2020 ha inaugurato l’attesissima mostra “I Marmi Torlonia, Collezionare Capolavori”, grazie ad uno storico accordo tra il MIBACT e la Fondazione Torlonia, nella nuova sede espositiva dei Musei Capitolini, a Villa Caffarelli.
La mostra è curata da Salvatore Settis e Carlo Gasparri con un allestimento di David Chipperfield Architects Milano che sta facendo molto discutere.
L’illuminazione è perfetta, il resto può piacere o meno. Main sponsor della mostra evento 2020 a Roma, dopo Raffaello alle Scuderie del Quirinale, è Bulgari.
Mi sto abituatando, nel rispetto massimo delle regole, ad una nuova vita, si spera momentanea “covid-19”, che limita molto l’arte e la sua fruizione.
Ben venga la contingentazione (speriamo di mantenerla anche in futuro!!!), un po meno “i tempi”.
Vedere una mostra con “tot minuti a disposizione” in ogni sala, è abbastanza ansiogeno e fa venir meno tanti bei momenti di fruizione. Soprattutto per una persona come me che gira con macchina fotografica, taccuino, smartphone.
La Collezione Torlonia è la più recente delle grandi collezioni romane di scultura antica.
Si è imposta fin dal suo nascere per la qualità dei suoi pezzi ed ha mantenuto inalterata la sua fama e direi quasi il “suo mistero”, essendo praticamente non visibile al pubblico.
Il primo nucleo della collezione risale agli inizi del 1800, quando tramite asta pubblica entra nel Patrimonio Torlonia, la collezione dello scultore Bartolomeo Cavaceppi, il più celebre restauratore di statuaria antica del 1700.
Da qui in poi la collezione è cresciuta nel tempo; alcuni pezzi provengono da scavi archeologici di proprietà della famiglia.
Altri dall’inestimabile nucleo di Vincenzo Giustianiani (collezionista, protettore, mecenate di Caravaggio) e dalle raccolte di Villa Albani.
Il Museo Torlonia era collocato in un vasto stabile di via della Lungara e le sculture erano esposte in 77 Sale.
L’imponente catalogo (anch’esso in mostra) del 1884/1885, offre le fotografie di tutte le 620 sculture e fu il primo esempio di un catalogo di sculture antiche integralmente riprodotte in fototipia.
90 capolavori tra i 620 marmi catalogati saranno esposti fino a Giugno 2021, per la prima volta.
La mostra si articola in 5 sezioni in cui si narra la storia del collezionismo dei marmi antichi, greci e romani.
La prima sala, che intende evocare il Museo Torlonia, con un grandissimo impatto visivo ospita in bella vista, l’unico bronzo della raccolta, un Germanico scavato nel 1874 e prontamente restaurato ed integrato.
Ci sono anche una serie di ritratti imperiali (Vespasiano, Tito, Messalina, Commodo, solo per citarne alcuni).
Sul lato sinistro il ritratto maschile detto “Vecchio da Otricoli” datato al 50 a.C. che da solo vale il prezzo dell’intera mostra.
Impossibile riassumere tutto in questo post, spero di lasciarvi tanta curiosità affinchè possiate tutti visitare questa mostra.
Io ero felice come una bambina in una gita scolastica e tanto per cambiare mi sono persa a “guardare”.
Una magnifica tazza con Fatiche di Ercole, un ritratto direi “parlante” di Augusto, la cosiddetta Hestia Giustiniani, il guerriero inginocchiato restaurato secondo uno schema raffigurato in un disegno di Raffaello.
Il Caprone la cui testa fu aggiunta da Gian Lorenzo Bernini….ed in chiusura un Ercole ricomposto da 112 frammenti antichi, rilavorati o moderni, che spinge a riflettere sul lavoro intenso di un restauro.
InfoSite: Marmi Torlonia
Biglietti, prenotazione obbligatoria
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