Raphael’s famous angels: The Sistine Madonna

Raphael’s famous angels: The Sistine Madonna

(Italian Version Below*)

Giorgio Vasari remembers that Raphael “made Neri di San Sisto in Piacenza, the panel for the high altar with Nostra Donna San Sisto and Santa Barbara “.

The altarpiece remained in its original location until 1754 when it was sold to Augustus III of Saxony and arrived in Dresden. During the Second World War, the city of Dresden was completely razed to the ground, but Raphael’s masterpiece with other works was hidden and survived.

The Sistine Madonna created by the artist from Urbino for Julius II, his great patron, between 1513 and 1514, on the one hand, breaks the mold with respect to tradition and on the other will become a point of reference for numerous artists.

The whole scene is framed by a green drape that looks like a theatrical backdrop. The Virgin is no longer seated on the throne, surrounded by angels, but becomes a miraculous apparition, suspended on the clouds with the Child in her arms, who humanly approaches the faithful involved.

Raphael portrays it with dimensions almost equal to the natural, increasing its veracity even more and making it sublime with the features that refer to his beloved Margherita Luti.

On its sides, he painted Santa Barbara with the tower, its iconographic symbol, and the features of Giulia Orsini, and San Sisto with the appearance of Julius II.

Paradoxically, the most famous detail is placed below.

They are real stars in the artistic panorama, like the Mona Lisa or Vincent’s Sunflowers, reproduced in every form and on every support. The two little angels, thoughtful and almost bored.

They are positioned on the parapet in the lower part of the huge canvas and were added by Raphael later.

Their presence has a dual role: they are located in an intermediate area, between the real and the supernatural, and thus positioned they accentuate the perspective and connection of the two worlds.

The viewer rarely imagines that these little angels come from a huge canvas (265cmx196cm), is often represented in separate compositions and not in the whole painting!

InfoSite: Gemäldgalerie Dresden

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Ricorda Giorgio Vasari che Raffaello “fece a’monaci Neri di San Sisto in Piacenza, la tavola per l’altar maggiore con dentro Nostra Donna San Sisto e Santa Barbara”.

La pala rimase nella sua collocazione originaria fino al 1754, anno in cui fu venduta ad Augusto III di Sassonia e giunse a Dresda. Durante la seconda guerra mondiale la città di Dresda fu completamente rasa al suolo, ma il capolavoro di Raffaello con altre opere fu nascosto e sopravvisse.

La Madonna Sistina realizzata dall’artista urbinate per Giulio II, suo grande mecenate, tra il 1513 e il 1514, da un lato rompe gli schemi rispetto alla tradizione e dall’altro diventerà punto di riferimento per numerosi artisti.

L’intera scena è incorniciata da un drappo verde che sembra una quinta teatrale. La Vergine non è più assisa in trono, circondata da angeli, ma diviene un’apparizione miracolosa, sospesa sulle nuvole con in braccio il Bambino, che si avvicina umanamente al fedele coinvolto.

Raffaello la ritrae con dimensioni quasi uguali al naturale aumentando ancor di più la sua veridicità e la rende sublime con i tratti che rinviano alla sua amata Margherita Luti.

Ai suoi lati dipinse Santa Barbara con la torre, suo simbolo iconografico ed i tratti di Giulia Orsini, e San Sisto con le sembianze di Giulio II.

Paradossalmente il dettaglio più famoso è posto in basso.

Sono delle vere star nel panorama artistico, al pari della Gioconda o dei Girasoli di Vincent, riprodotti in ogni forma e su ogni supporto. I due angioletti, pensierosi e quasi annoiati.

Sono posizionati sul parapetto nella parte inferiore dell’enorme tela e furono aggiunti da Raffaello in un secondo momento.

La loro presenza ha un duplice ruolo: si trovano in una zona intermedia, tra il reale ed il soprannaturale e così posizionati accentuano la prospettiva ed il collegamento dei due mondi.

Raramente lo spettatore immagina che questi angioletti provengano da una tela di enormi dimensioni (265cmx196cm), essendo spesso rappresentati in composizioni a se stanti e non nell’intero dipinto!

InfoSite: Gemäldgalerie Dresda

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