The Doria Pamphilj Gallery
Italian Version Below*
The history of the Palazzo and the Doria Pamphilj Gallery is for me like a saga of a film: the original nucleus of this building belonged to the Della Rovere family (1505), then became the Aldobrandini.
In 1647 Olimpia Aldobrandini married Camillo Pamphilj, nephew of Pope Innocent X.
Subsequently one of the daughters of Camillo and Olimpia, Anna, married Giovanni Andrea Doria Landi in 1671 and when in 1760 the Pamphilj family died out, the Doria inherited the palace and from 1767 they left Genoa definitively to reside in Rome.
The palace was enlarged and the new facade along Via del Corso was built by Gabriele Valvassori in 1773.
Palazzo Doria Pamphilj is unique in the city, is still inhabited by the last heirs Gesine and Jonathan.
The Doria Pambhij Gallery exhibited inside the palace originated in 1651 when Pope Innocent X bound the paintings of the family palace to Piazza Navona.
The collection is full of masterpieces, a kind of chamber of wonders, between halls and corridors, decorated with velvets, mirrors, chandeliers.
We will find the portrait of Innocenzo X Pamphilj by Velazquez in a magnificent dressing room next to the sculpture with the same subject, made by Bernini.
We will literally get lost in the corridor of mirrors, not surprisingly known as the little Versailles, and suddenly our gaze will be captivated by Raphael’s Double Portrait.
Time seems to stand still, what do the two characters portrayed by the famous Urbino want to tell us?
We will continue to pass by, never forgetting to look up and get lost in the wonderful trompe l’oeil, with the Stories of Hercules, by the Bolognese painter Milani (1731-1734).
The vaults of the four corridors are different from the others!
The icing on the cake will be the room that houses three works by Caravaggio, try to sit down and observe what a genius can do.
Your gaze will inevitably be captured by the central painting with the Rest on the Flight into Egypt, next to the incredible Penitent Magdalene on the left, and on the right the San Giovannino who will remind us so much of Michelangelo’s Ignudi in the Sistine Chapel.
Even a non-technical eye will notice that so many things can be improved, from conservation to lighting.
For an employee of the sector all this is a regret, but I invite you to focus on the wonders and not on the container.
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La storia del Palazzo e della Galleria Doria Pamphilj è per me come una saga di un film: il nucleo originario di questo palazzo appartenne ai Della Rovere (1505), divenne poi degli Aldobrandini.
Nel 1647 Olimpia Aldobrandini sposò Camillo Pamphilj, nipote di Papa Innocenzo X.
Successivamente una delle figlie di Camillo ed Olimpia, Anna, sposò nel 1671 Giovanni Andrea Doria Landi e quando nel 1760 la famiglia Pamphilj si estinse, i Doria ereditarono il Palazzo e dal 1767 lasciarono definitivamente Genova per risiedere a Roma.
Il palazzo fu ingrandito e la nuova facciata lungo Via del Corso fu realizzata da Gabriele Valvassori nel 1773.
Palazzo Doria Pamphilj è un unicum in città, essendo tutt’ora abitato dagli ultimi eredi Gesine e Jonathan.
La Galleria Doria Pambhij esposta all’interno del palazzo ebbe origine nel 1651 quando Papa Innocenzo X vincolò le pitture del Palazzo di famiglia a Piazza Navona.
La collezione è ricca di capolavori, una specie di camera delle meraviglie, tra sale e corridoi, decorati con velluti, specchi, lampadari.
Troveremo il ritratto di Innocenzo X Pamphilj di Velazquez in un magnifico camerino accostato alla scultura con il medesimo soggetto, realizzato da Bernini.
Ci perderemo letteralmente nel corridoio degli specchi, non a caso noto come la piccola Versailles, ed improvvisamente il nostro sguardo sarà rapito dal Doppio Ritratto di Raffaello.
Il tempo sembra fermarsi, cosa vogliono dirci i due personaggi ritratti dal celebre urbinate?
Continueremo a passaggiare, non dimenticando mai di alzare lo sguardo e di perderci nel meraviglioso trompe l’oeil, con le Storie di Ercole, del pittore bolognese Milani (1731-1734).
Le volte dei quattro corridoi sono una diversa dalle altre!
La ciliegina sulla torta sarà la sala che conserva tre opere di Caravaggio, cercate di sedervi ed osservate ciò che un genio può fare.
Il vostro sguardo sarà inevitabilmente catturato dal dipinto centrale con il Riposo durante la fuga in Egitto, accanto a sinistra l’incredibile Maddalena Penitente, a destra il San Giovannino che tanto ci ricorderà gli Ignudi di Michelangelo in Cappella Sistina.
Anche un occhio non tecnico noterà che tante cose possono essere migliorate, dalla conservazione, all’illuminazione.
Per un addetto al settore tutto cià è un rammarico, ma vi invito a concentrarvi sulle meraviglie e non sul contenitore.
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