Francesco I e l’Italia a Fontainebleau
Affascinato dal Rinascimento italiano, Francesco I re di Francia dal 1515 al 1547, ricorse ad alcuni artisti italiani per il rifacimento e la decorazione del Castello di Fontainebleau.
La residenza di caccia di Fontainebleau utilizzata sin dal XII secolo dai re di Francia, è dal 1981 Patrimonio Mondiale dell’Unesco.
Francesco I, dopo un iniziale periodo di lavori con la supervisione di Gilles Lebreton, assegnò il difficile compito a Rosso Fiorentino (Giovan Battista di Jacopo detto), pioniere del manierismo, e ad i suoi adepti: Primaticcio, Nicolò dell’Abate, Luca Penni, Benvenuto Cellini, il Vignola e Sebastiano Serlio. Questi artisti così riuniti, formarono la cosiddetta Scuola di Fointanebleau.
La decorazione del Castello, in buona parte andata perduta, era un tripudio di stucchi, dipinti, intonaci ed affreschi che rappresentavano racconti della mitologia greco-romana e allegorie.
Nella Grande Galleria (Galleria Francesco I), uno dei pochi ambienti superstiti, decorata tra il 1532 e 1539, il tema degli affreschi è una celebrazione allegorica della vita, con cui esaltare le virtù e le imprese del Re.
Francesco I accumulò nel suo Castello una discreta quantità di ricchezze, vi sistemò quadri di Raffaello, Tiziano, e la Gioconda di Leonardo, che si era trasferito nella residenza dal 1516-17 e che qui si spense nel 1519.
Dalla sua indole di collezionista scaturì il futuro Museo del Louvre.
Dove trovarlo: QUI
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