VanGogh Alive, quando l’arte è multimediale: cultura o marketing?
La Chiesa sconsacrata di Santo Stefano al Ponte a Firenze ospita, per circa due mesi, dal 16 Febbraio al 14 Aprile, una mostra multimediale incentrata sulla figura di Vincent Van Gogh.
3000 immagini vengono proiettate in altissima definizione grazie all’utilizzo del proiettore Sensory4 che al suo interno incorpora 40 immagini su pannelli appositamente realizzati e poggiati alle pareti della chiesa.
L’intento di utilizzare uno spazio ampio come la Chiesa di Santo Stefano al Ponte è indubbiamente una scelta vincente.
In questo modo si ha la capacità di ospitare contemporaneamente un numero alto di visitatori che possono sedersi o guardare queste immagini in piedi.
Il lavoro di Van Gogh è raccontato in maniera cronologica; ai dipinti si accorda un corpus di 902 missive che la cognata Jo Van Gogh- Bonger ha raccolto e pubblicato; le missive fanno parte dell’intensissima corrispondenza che ha unito Van Gogh a suo fratello Theo.
Immagini e missive, tradotte anche in inglese, scorrono accompagnate da celebri capolavori della musica classica ed in questo tripudio di luci, suoni e colori, come suggerisce il titolo stesso “Alive”, VanGogh torna in vita.
L’esperienza sensoriale avvolge e coinvolge lo spettatore che resta in alcuni momenti disorientato da queste immagini enormi che viaggiano intorno a lui a 360 gradi.
Van Gogh nasce in un piccolo villaggio olandese, nella regione del Brabante settentrionale, Groot Zundert nel 1853 e si avvicinerà al mondo pittorico solo in tarda età: la sua sarà una folgorante carriera.
La parabola artistica è chiusa in poco più di un decennio!
Il 1885 è l’anno dei Mangiatori di Patate “ciò che ho fatto di meglio” ripetè a lungo Vincent, arriverà poi l’ora delle innumerevoli serie dei Girasoli, del soggiorno con Gauguin ad Arles e dell’ultimo periodo ad Auvers-Sur-Oise, dove si spense sparandosi una pallottola nel 1891.
Agli ultimi anni appartengono i capolavori per eccellenza : la Notte Stellata o Campo di grano con volo di corvi.
La multimedialità di questo progetto è per alcuni “la svolta” dell’arte per il futuro, per altri è un nuovo modo di “fruizione culturale” e per altri ancora è solo “marketing”.
Gli appunti possono essere diversi: ben venga la tecnologia che rende meno noiosa l’arte e che la presenta in modo più diretto di un libro impolverato.
Per quanto si possano stimolare i sensi e disorientare lo spettatore con immagini ad altissima risoluzione, forse, vedere un dipinto dal vivo e ad una distanza ravvicinata, utilizzando uno solo dei sensi, e cioè la vista, è più incisivo di qualsiasi altra cosa.
Un ultimo accento si pone per il prezzo: biglietto intero 12 euro!
Siamo sicuri che non sia eccessivo? Quanto c’è di cultura in tutto ciò e quanto di marketing? Perché non si propone un’esperienza con artisti di nicchia e non con nomi come quello di Vincent, specchietto per le allodole?
L’italiano medio così come il visitatore in generale è sempre pronto a sottolineare il costo eccessivo della cultura, a correre al museo “quando è gratis”.
Il costo intero del circuito Colosseo-Foro Romano-Palatino è pari a 12 euro, i Musei Vaticani costano 16 euro e gli Uffizi 8 euro…solo per citare alcuni esempi.
Eppure i visitatori al VanGogh Alive di Firenze non mancano, anzi i numeri sono da capogiro…
Per saperne di più e su dove trovarlo: QUI