Danzando con Matisse
Mi piace la danza. E’ una cosa straordinaria di vita e ritmo!
Era l’anno 1905 ed a Parigi al Salon d’Automne, esponevano artisti uniti nella loro pittura dall’utilizzo di colori forti e puri. Erano raffigurati paesaggi, persone, scorci della realtà quotidiana.
Il critico Louis Vauxcelles entrando nella sala d’esposizione, vedendo questi dipinti dai colori accesi, esclamò in riferimento ad una scultura di Albert Marque, in stile rinascimentale, collocata nel medesimo spazio: “Donatello chez les fauves” – Donatello tra le belve.
Il termine fauves (le belve, i selvaggi) da quel momento etichetterà questo gruppo di artisti, capeggiati da Henri Matisse e Andre Derain, che , in realtà, non saranno mai un vero gruppo accademico, ma più che altro condivideranno una poetica pittorica.
Henri Matisse, nasce nel 1869 a Le Cateau –Cambrésis e dal 1899 a Parigi sarà in contatto con Derain.
Il fauvismo fu innanzitutto un breve momento in cui pensammo che fosse necessario esaltare tutti i colori insieme, senza sacrificarne nessuno.
Nel 1909 l’imprenditore e collezionista d’arte russo Sergej Ščukin, già estimatore dell’artista, commissionò a Matisse un’opera per la sua residenza di Mosca che celebrasse, allegoricamente, la musica e l’arte. Il committente scelse come tema: la danza.
Matisse elaborerà due versioni del medesimo soggetto, la prima è oggi esposta al MOMA di New York, la seconda, un po’ più tarda, è all’Ermitage di San Pietroburgo.
Su uno sfondo blu il pittore staglia 5 figure nude che danzano e che si tengono per mano.
Le figure si differenziano l’una dall’altra nei gesti della danza e il cerchio che si mostra inspiegabilmente “dischiuso”, riesce comunque a trasmettere la tensione dinamica “dello girare in tondo”.
Linee semplificate e colori piatti, notevole capacità di sintesi delle forme artistiche, ci mostrano un Matisse quasi ai limiti dell’astraente.
Il movimento è propagato e generato dalla linea che segna il punto di contatto tra lo sfondo blu e la parte in verde nel registro inferiore.
Il verde della terra ed il blu del cielo creano un’unità con l’incarnato roseo dei corpi danzanti.
Quel colore verde è per lui sinonimo dei pini del mediterraneo ed il blu si collega con il cielo o con l’Universo essendo un blu scuro-intenso. Matisse dice: tutta la disposizione della mia pittura è sinonimo di espressività, il posto occupato dalle figure, dagli oggetti, gli spazi vuoti intorno a essi, tutto ha una parte da sostenere.
L’obiettivo cardine era di rappresentare un’arte equilibrata e pura, un’arte che non inquieti né turbi. Continua Matisse: desidero che l’uomo stanco, oberato e sfinito ritrovi dinanzi ai miei quadri la pace e la tranquillità.
Il cerchio descritto dai danzatori è il cerchio della vita, la danza è la vita stessa che circola in un modo armonioso, perpetuo e senza fine.
Per saperne di più e su dove trovarlo: MOMA
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