Caravaggio e Napoli
Caravaggio visse Napoli per due volte. Il primo soggiorno risale alla fine del 1606, quando in seguito all’uccisione di Ranuccio Tomassoni, condannato in contumacia, inizia la sua fuga da Roma.
A Napoli la sua fama era ben nota ed i protettori non gli mancavano; saranno proprio i Colonna a raccomandarlo ad un ramo collaterale della famiglia residente a Napoli: i Carafa-Colonna.
Decise di soggiornare nei Quartieri Spagnoli e vivere quindi a pieno l’essenza dei vicoli, degli umori, e di quello che la città nel pieno dell’epoca vicereale, poteva trasmettere.
Dei molti dipinti realizzati in questo primo soggiorno, solo due sono ancora visibili in città: le Sette Opere di Misericordia e la Flagellazione.
La Congregazione del Pio Monte della Misericordia comprendeva tra i suoi aderenti Luigi Carafa-Colonna appartenente alla famiglia che protesse la fuga del Merisi da Roma e questo spiega facilmente il perchè della commissione.
La scena dipinta può essere confusa con una scena di genere dei vicoli di Napoli, l’artista concentra in uno spazio serrato numerosi personaggi che rimandando alle sette opere di misericordia. Nella parte alta della tavola vengono inseriti una Madonna con Bambino e due angeli.
La Flagellazione, come racconta il Bellori, fu commissionata dalla famiglia De Franchis, per adornare la cappella di famiglia in San Domenico Maggiore. Il dipinto è organizzato intorno alla colonna alla quale è legato Cristo, dove si dispongono due dei tre torturatori.
Per motivi di conservazione l’opera fu trasferita ed è tutt’ora visibile al Museo di Capodimonte, sostituita in San Domenico Maggiore da una copia di A.Vaccaro.
Il primo soggiorno napoletano termina nel 1607.
Il Merisi sarà nuovamente in città alla fine dell’estate del 1609, realizzando le sue ultime opere, di lì a poco, nel Luglio del 1610 troverà la morte sulle spiagge di Porto Ercole.
In questo secondo soggiorno, abbandonerà i Quartieri Spagnoli, risiedendo presso la dimora della marchesa Costanza Colonna a Palazzo Cellammare.
Anche questa permanenza fu creativamente cospicua, ma in città è visibile una sola opera: il Martirio di Sant’Orsola dipinto per Marcantonio Doria, oggi a Palazzo Zevallos Stigliano.
L’opera risulta di fatto l’ultimo lavoro di Caravaggio, dato confermato da una lettera ritrovata nell’archivio Doria-D’angri del Maggio del 1610. Sant’Orsola generalmente ritratta con i simboli del martirio, appare invece nel momento in cui, essendosi rifiutata di concedersi al tiranno Attila, viene da lui trafitta sullo sfondo.
Un restauro del 2005 ha rivelato un pentimento non sappiamo se dell’artista o di lavori successivi: è apparsa una mano che si frappone tra la Santa ed il carnefice.
Un terremoto del 1805 distrusse le tre tele realizzate per la Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi:
il San Francesco che riceve le stimmate, il San Francesco in meditazione, e una Resurrezione (nota attraverso una copia di L. Finson).
Consigli per la visita:
Arrivando a Napoli in treno, una passeggiata di 15 minuti consentirà di raggiungere Via Duomo, entrare in Via dei Tribunali e trovare al civico 253 il Pio Monte della Misericordia.
La visita comprende sia la chiesa dove sarà possibile ammirare oltre alle opere di misericordia, tele di Caracciolo, Santafede, Giordano, Azzolino, D’Onofrio, sia la Quadreria.
Il Museo Nazionale di Capodimonte è una delle pinacoteche più belle e più ricche al mondo, spesso sconosciuta ai turisti ed agli stessi napoletani.
Raggiungere il sito non è agevole, ma non vi scoraggiate! Le emozioni che vi regalerà le ricorderete a lungo!
Dalla stazione di Napoli Centrale, la Linea 1 della Metropolitana consente di arrivare alla Fermata Museo e da lì un autobus (C63-2M-178) vi porterà nelle vicinanze del Parco di Capodimonte.
Sempre con la Linea 1 della Metropolitana, si può arrivare in Via Toledo (direzione Piscinola/ fermata Toledo) e trovare al civico 185 Palazzo Zevallos Stigliano con il Martirio di Sant’Orsola oltre a numerose tele dei maggiori esponenti della Scuola di Posillipo.
Per saperne di più:
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