La verità nascosta: la statua equestre di Marco Aurelio
La statua equestre di Marco Aurelio è giunta fino a noi, perchè secondo la tradizione venne identificata con l’immagine di Costantino, primo imperatore cristiano ed è così, infatti, che viene ricordata nelle fonti: Caballus Constantini.
E’ una rarità avere una statua bronzea, se consideriamo i profitti che derivavano dalla vendita dei metalli nell’antichità.
I Cataloghi Regionari datati al IV secolo d.C., ricordano 22 o 23 statue equestri di imperatori, ma non vi è tra esse esplicita menzione di quella di Marco Aurelio.
Il modello iconografico della statua rispecchia le caratteristiche essenziali di una delle due pose fondamentali adoperate per i monumenti equestri di età romana, consentendoci di immaginare quale dovesse essere il modello delle statue di Silla, Domiziano e di Traiano.
L’imperatore veste una corta tunica a mezze maniche, ed il paludamentum (un mantello) affibbiato sulla spalla destra; ai piedi non porta stivali militareschi ma i calceii patricii o senatorii a voler sottolineare gli aspetti civili del suo potere.
La statua di Marco Aurelio presenta dimensioni più grandi del vero, non a caso nei Cataloghi si parla di sculture equi magni.
Non conosciamo ancora il luogo originario della sua erezione, essendo però un’opera celebrativa poteva essere collocata forse al Foro Romano e si discute ancora sulla cronologia, per i più attestata tra il 176 ed il 180 d.C. (anno della morte di M. Aurelio) in seguito al trionfo sui Marcomanni.
Il Liber Pontificalis Ecclesiae Romanae è la prima fonte scritta che menziona la statua di M. Aurelio.
Papa Giovanni XIII (965-972) nel corso dei conflitti tra le avverse fazioni nobiliari, fece appendere per i capelli il prefetto Giovanni alla statua, che allora si credeva di Costantino: di lì a pochi anni l’antipapa Bonifacio (VII) fu trascinato cadavere, denudato, “usque in Campum ante Caballum Costantini“.
Nel X secolo il gruppo si trovava quindi dinanzi ai Palazzi Lateranensi; da lì, nel 1538 Paolo III Farnese ne ordinerà il trasferimento al Campidoglio.
Ad un anno dal suo arrivo il Senato affiderà a Michelangelo il compito di risistemare la statua, il quale invece di limitarsi a progettare una sistemazione idonea per il monumento ne fece il fulcro di quello che poi sarà il complesso architettonico di Piazza del Campidoglio.
L’8 gennaio 1981 il cavaliere fu rimosso dal basamento michelangiolesco, e fu sottoposto ad un laborioso restauro dall’ICR.
Rientrato in Campidoglio l’11 aprile del 1990, sarà in un primo momento collocato nel cortile del Museo Capitolino, in un ambiente climatizzato appositamente chiuso e sarà successivamente trasferito nel spazio progettato dall’architetto Carlo Aymonino, poggiato su di un nuovo basamento, opera di Francesco Stefanori.
Dove trovarlo: QUI
All’interno delle Collezioni Capitoline puoi trovare anche la celebre Lupa simbolo di Roma!
Fonti:
C. Parisi Presicce – QUI
K. Fittschen – QUI
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