Arco trionfale di Settimio Severo
Non siate in disaccordo, arricchite i soldati, disprezzate chiunque altro. (Settimio Severo)
Nel 203 d.C. per celebrare la vittoria definitiva sui Parti (attuale area del Medio Oriente), dopo due lunghissime campagne, ad opera dell’ imperatore romano di origini africane, Settimio Severo e dei suoi figli Geta e Caracalla, il Senato ed il popolo romano eressero alle pendici del Campidoglio un arco trionfale, giunto in ottime condizioni sino ai giorni nostri.
La struttura a tre fornici poggianti su colonne corinzie, internamente in travertino e marmo, è rivestita esternamente in marmo; ha un’altezza di 20 metri ca, per una larghezza di 23 metri.
Sull’attico è ancora visibile l’iscrizione dedicatoria modificata nella quarta riga con la frase “optmis fortissimisque principibus” (agli ottimi e fortissimi principi) dove un tempo compariva il nome di Geta, figlio di Settimio, assassinato per ordine del fratello Caracalla.
Al di sopra dell’arco, come appare in una moneta coniata nel 204 d.C., doveva essere posizionata una quadriga di bronzo con gli imperatori della dinastia dei Severi.
L’arco è riccamente decorato sui prospetti principali con scene che inneggiano ai vari successi militari dell’imperatore, ai soldati romani, agli schiavi arrivati in città come bottino di guerra.
Durante il Medioevo, l’Arco, ridotto in rovina nella sua parte centrale, fu utilizzato come negozio di un barbiere; nel 1803 per volere di Papa Pio VII l’arco fu dissotterrato e parzialmente liberato, ma si dovette attendere il 1898 per ri-vederlo nella sua integrità.
Forse non tutti sanno che….
Nell’area del Foro Romano è presente anche un secondo arco risalente alla fine del I secolo d.C. e dedicato all’imperatore della dinastia Flavia, Tito.
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