Ercolano, 79 d.C.
Dionigi di Alicarnasso attribuisce la fondazione della città di Ercolano ad Ercole di ritorno dall’Iberia, mentre Strabone riferisce di una dominazione degli Opici-Osci, Etruschi ed infine dei Sanniti.
La città con mura modeste fu costruita su un pianoro vulcanico a strapiombo sul mare e ai piedi del Vesuvio; le sue dimensioni erano pari a 20 ettari per 4 mila abitanti c.a.
L’eruzione vulcanica del 79 d.C. seppellì anche la città di Ercolano come la più nota Pompei!
Se Pompei fu sepolta da uno strato di cenere e lapilli, Ercolano fu sommersa da una colata di fango e lava spessa fino a 25 metri. Il fango ha preservato i materiali, sigillando tutto: il legno, le stoffe, i cibi che hanno subito una lenta trasformazione rimanendo inalterati nel loro involucro.
Dal I secolo d.C. la città ai piedi del Vesuvio, divenne invisibile….. completamente sotterrata.
Nel 1710 un tale Ambrogio Nucerino detto Enzechettta, agricoltore del posto, scavando un pozzo cadde nel fossato ed in lontananza nel sottosuolo vide delle strutture, in seguito un’iscrizione rivelò il nome dell’antica città sepolta: Herculanum.
Diffusasi la notizia il principe Emanuele d’Elboeuf di Lonrena comprò il terreno ove sorgeva il pozzo; iniziarono le prime esplorazioni per cunicoli che portarono alla luce una quantità di oggetti spettacolari.
La notizia della straordinaria scoperta dell’antica città corse per tutta Europa e nel 1738 Carlo III di Borbone diede avvio a delle vere campagne di scavo che rivelarono a poco a poco la magnificenza di questa piccola cittadina ai piedi del Vesuvio.
Una delle “rivelazioni” più clamorose ad oltre 20 metri di profondità è stata la maestosa Villa dei Papiri, fastosa residenza patrizia con un fronte mare di 250 metri, posizionata ad ovest degli scavi.
Dopo una lunghissima interruzione gli scavi furono ripresi da Amedeo Maiuri nel 1927 e condotti fino al 1958. (Sono visibili a cielo aperto 4,5 ettari).
Dal 1997 Ercolano con gli Scavi di Pompei e le Ville di Oplontis è stata inserita nei siti protetti dall’Unesco.
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